Non è mai tempo facile, quando a scandire il passo sono gli acronimi: CTS, OMS, DAD e
tanti altri. Sembra giusto, perciò, soffermarsi sulla EaD: Emozioni a Distanza.
Anche il calcio, giocoforza, si svuota della sua componente sostanziale: la presenza.
Non più caselli a determinare trasferte, bensì server e chilometri di fibra.
La nostra Storia, in quella circostanza, accoglie l’antidivo per antonomasia che, scherzo di
geografia e linguistica, giunge da Divo: avamposto torrido dell’Africa Occidentale.
Si tratta di Cedric Gondo.
Arriva in punta di piedi, dall’Africa sub-sahariana alla sub-periferia dell’Impero: Rieti è la prima stazione di posta, il biancoceleste sullo sfondo, il granata per lanciarsi. Dinoccolato e caotico, è la sua natura, barrisce conquistando metri di Savana e di campo. Un diamante grezzo, impossibile detestarlo.
Si preparava Salerno, vestita di fresco, a sorseggiare un’estate anticipata. Dinanzi al parafango — col GrassadoniaGate, bandiera e fuliggine — l’altro mare, l’Adriatico. Quel temutissimo mare opposto, fra le cui basse si è spesso arenato il veliero Salernitana. Alcuna trasferta oceanica, alcuna bandiera impiegata a disegnare la bisettrice di brezza che, dal cuore della Terra Felix, sventola verso lo specchio che conduce ai Balcani.
Pescara – Salernitana non è mai una partita qualunque, lo sa bene la nostra gente.
Mai fidarsi di un delfino, anche se rantola nei bassifondi, con la terza lettera dell’alfabeto ad ostruirne lo sfiatatoio. La città attende, pur immobile non si tiene.
Come lo arresti il fiume della controra? Come esorcizzi paure lunghe 22 anni?
Puoi imbrogliare il tempo affidandoti al catrame e all’etilene, ma poi le 15 scoccano comunque. Strade semivuote, strano. Silenzi che tutto preannunciano, fuorché calma. Qualche scoppio, qua e là, ci ricorda che c’è vita dentro la cassa toracica. Tensione tanta, sigarette pure: poi, come quasi mai accade a chi ama questi colori, tutte le pedine si incastrano alla perfezione.
Incredibile, è andato tutto liscio: dove sta la fregatura?
Il trucco c’è e si vede, si chiama multiproprietà: ce ne accorgeremo.
Intanto è triplice fischio, l’ebbrezza non conosce razionalità. È corsa verso Santa Teresa, è tuffo coi panni, è mescolarsi fra i vicoli con gli amici di sempre,
è Serie A.